Sono più di 3 milioni e mezzo le persone a cui è stato diagnosticato il Diabete in Italia, con una crescita del 60% dal 2000 al 2019. Per studi medici, poliambulatori, case di cura e centri diagnostici è un'occasione importante per rivolgersi ai pazienti e ricordare quanto sia importante giungere ad una diagnosi precoce.
Il 14 novembre ricorre la giornata mondiale del Diabete (World Diabetes Day) istituita nel 1991 dalla International Diabetes Federation (IDF) e dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), con l'obiettivo di promuoverne la prevenzione e preservare la qualità della vita dei pazienti.
Trent’anni di “giornata mondiale”: un po' di storia
Perché proprio il 14 novembre? La risposta è da cercare e trovare nella data di nascita del fisiologo canadese Frederick Grant Banting che assieme a Charles Herbert Best, nel 1921 scoprì l'insulina, la cui somministrazione permette di superare la carenza dell'ormone prodotto dal pancreas. Ormone al quale sono collegate funzioni importanti per il controllo dei livelli di glucosio nel sangue e per il corretto metabolismo degli zuccheri. È l'insulina, infatti, che regola la quantità di glucosio nel sangue e il suo impiego da parte delle cellule. In altri termini, l'insulina permette al nostro organismo di impiegare il glucosio che viene assimilato attraverso gli alimenti nei processi energetici. L’insulina consente al glucosio si trasformarsi in benzina per alimentare il motore del nostro corpo costituito dai muscoli e agli organi. In questo modo viene impedita la concentrazione di glucosio nel sangue (glicemia alta).
La terapia a base di insulina, quindi, è salva-vita e, di conseguenza, tale scoperta ha fatto sì che la malattia non fosse più mortale, ma diventasse controllabile. Di diabete non si muore. Con il diabete si può convivere.
Come ripetono spesso i medici, non ci sono vaccini contro il diabete, ma è possibile puntare sulla conoscenza della malattia. Da qui l'importanza delle campagne di informazione e comunicazione rivolte alla popolazione, ai fini della prevenzione.
La classificazione dell'Organizzazione mondiale della Sanità
Stando alla classificazione dell'OMS è possibile distinguere il diabete mellito di tipo 1 e il diabete mellito di tipo 2. A queste due categorie principali si aggiungono il diabete gestazionale o gravidico e forme meno comuni.
Si rientra nella casistica del diabete di tipo 1 quando la produzione di insulina viene soppressa oppure risulta notevolmente ridotta a causa della distruzione delle cellule beta ad opera del sistema immunitario. Si rientra nella casistica del diabete di tipo 2 quando l'insulina non viene prodotta in quantità sufficiente per soddisfare le necessità dell’organismo (in questo caso si parla più esattamente di deficit di secrezione di insulina), oppure quando l’insulina non agisce in maniera soddisfacente (insulino resistenza).
I campanelli d'allarme: l'importanza dei controlli dei valori di glicemia
Quali sono i valori giusti della glicemia? Per rispondere a questa domanda possiamo prendere in considerazione quelli indicati dall'American Diabetes Association, con l'obiettivo di individuare possibili sintomi del diabete. Valori "giusti" sono quelli che, nell'arco della giornata, variano tra i 60 e i 130 mg/dl. Valori uguali o superiori a 126 sono ritenuti campanelli d'allarme.
Alla giornata mondiale del diabete aderiscono oltre 60 Paesi, tra cui l'Italia: solitamente il 14 novembre i principali monumenti delle città vengono illuminati con fasci blu, colore scelto in quanto simbolo di speranza per i soggetti diabetici e per quanti sono a rischio diabete.
Il Diabete delle donne e dei bambini
La Medicina di Genere, della quale ormai si parla da qualche anno, non è una questione di politically correct, ma il frutto di evidenze scientifiche che hanno dimostrato nel tempo le differenze, anche nelle patologie, tra uomo e donna. Il diabete non fa eccezione.
Intanto per l’esistenza di un particolare tipo di patologia diabetica, quella gestazionale, che compare durante la gravidanza con una prevalenza (a seconda degli studi) tra il 4 e il 9% delle donne e in genere scompare dopo il parto, anche se le donne che hanno avuto diabete gestazionale sono a rischio sia di svilupparlo in una successiva gravidanza sia di avere nel tempo una diagnosi di diabete di tipo 2.
Oltre a ciò, è sempre importante considerare le differenze tra i due sessi anche nel diabete mellito, ad esempio sia nel diabete di tipo 1 sia nel diabete di tipo 2, le donne hanno un peggiore controllo glicometabolico con una più alta percentuale di donne che presenta una emoglobina glicata troppo alta.
Secondo Valeria Manicardi (Coordinatrice nazionale del Gruppo Donna per la Diabetologia di genere della Associazione medici diabetologi dal 2013 al 2017) i motivi di questo indice di scompenso e di altre evidenti differenze tra i due sessi sono da ricercare nelle specificità dell’organismo femminile. “Il succedersi di pubertà, gravidanza, età menopausale con le variazioni ormonali connesse può spiegare la maggiore variabilità del compenso metabolico nelle donne ed è possibile e probabile che il pattern ormonale femminile influenzi una diversa risposta di genere al trattamento insulinico”.
Attenzione particolare andrebbe poi riservata ai sintomi che, a volte, possono essere trascurati nei bambini. Sete intensa, aumento della quantità di urine e della frequenza delle minzioni, soprattutto se unite a una repentina perdita di peso, dovrebbero subito portare a svolgere ulteriori esami.
Il diabete, infatti, è la malattia endocrina più diffusa nei bambini con circa 30mila casi, il 90% dei quali insulino dipendente (di tipo 1). È fin troppo evidente l’importanza anche per loro di una diagnosi precoce.
I diabetici in Italia: il report dell'Italian Diabetes Observatory
In Italia i diabetici sono più di 3 milioni e mezzo. In 19 anni, dal 2000 al 2019, c'è stata una crescita del 60%: in questo lasso temporale i diabetici sono passati dal 3,8% al 5,8% della popolazione, stando a quanto emerge dalla lettura dell'Italian Diabetes Observatory, giunto quest'anno alla 14esima edizione.
Il report è realizzato da Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO) Foundation, in collaborazione con Istat e Coresearch.
Il trend in aumento è confermato su scala europea: fra il 2008 e il 2014 il numero dei diabetici è cresciuto del 28% , per un totale di 4,6 milioni.
Quali sono le cause che hanno determinato un aumento del numero delle persone diabetiche? Sul piatto della bilancia bisogna certamente mettere l'età della popolazione. C'è stato, infatti, un progressivo invecchiamento che, a sua volta, determina nelle persone stili di vita tendenti alla sedentarietà con ulteriori conseguenze in termini di peso.
Una campagna di comunicazione rivolta ai pazienti
La “giornata”, quindi, si presenta come un’occasione importante per studi medici, poliambulatori, case di cura e centri diagnostici. Hanno l'occasione di rivolgersi ai pazienti attraverso campagne di informazione ad hoc e iniziative dedicate, come ad esempio promozioni per screening legati alle giornate della prevenzione sul territorio, da effettuarsi nelle strutture più vicine ai pazienti.
Nell'organizzazione di queste attività, può essere di fondamentale aiuto l’utilizzo di un software gestionale sanitario o di un App professionale che disponga di specifici moduli per l’implementazione di campagne di direct marketing e di profilazione dei propri clienti ai fini della prevenzione. Un software o un App di questo tipo sono infatti in grado di gestire i dati anagrafici dei pazienti in modo tale da avviare azioni di comunicazione diretta attraverso l'invio di email, messaggi o telefonate. Oppure di monitorare e verificare costantemente i parametri vitali e le misurazioni registrate dai pazienti che interagiscono con tali tecnologie. Il tutto nel pieno e rigoroso rispetto delle disposizioni di legge in materia di privacy.