Chiusa con risultati positivi la prima fase dei progetti pilota per il Fascicolo sanitario elettronico (FSE) in sei Regioni, l’Italia è pronta a partire con la seconda tranche dell’attività che sarà estesa a tutto il Paese sfruttando i finanziamenti della Missione 6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
La raccolta e archiviazione in sicurezza di dati e documenti relativi alla storia sanitaria del cittadino garantita dallo strumento FSE, facilita la consultazione di cartelle, analisi, diagnosi da parte dei medici, consentendo di intervenire in tempi stretti nei casi di emergenza. In più risultano facilitati i consulti tra colleghi relativamente a diagnosi e cure, oltre alla reperibilità delle informazioni in ogni momento, da parte del personale sanitario autorizzato e previo consenso del paziente.
I fondi a disposizione
Per l'adozione e l'utilizzo del FSE sono stati stanziati 610.000.000 di euro, di cui 300 milioni per il potenziamento tecnologico della struttura e 310 milioni per rafforzare le competenze digitali dei professionisti sanitari, così come previsto dal Decreto interministeriale pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 4 ottobre 2022.
L'obiettivo è potenziare su scala nazionale l'infrastruttura elettronica, in modo tale che tutte le Regioni e le Province Autonome utilizzino il FSE entro la metà del 2026. Secondo quanto previsto nel PNRR, sarà l'85% dei medici di base ad alimentare il Fascicolo sanitario elettronico. Il FSE rappresenta dunque uno dei pilastri della Sanità Digitale e si pone lo scopo di costruire un punto unico di condivisione e aggregazione delle informazioni rilevanti e di tutti i documenti socio-sanitari relativi al paziente-cittadino, generati dai vari attori del SSN e dai servizi socio-sanitari regionali.
Un progetto ambizioso
I risultati dei progetti pilota costituiranno la bussola per i nuovi interventi che riguarderanno l'alimentazione dei Fascicoli sanitari elettronici e la portabilità fra Regioni, in caso di trasferimento dei cittadini.
La prima tipologia di attività è stata sperimentata da Campania, Piemonte e Basilicata, mentre sulla portabilità automatica fra le Regioni hanno lavorato Lombardia, Emilia Romagna e Puglia.
Nel periodo compreso fra ottobre 2021 e giugno 2022, sul fronte dell'alimentazione del Fascicolo sanitario, c'è stato un incremento dei documenti accessibili di più della metà, stando ai dati presentati in sede di Conferenza Stato-Regioni dal ministro per l'Innovazione tecnologica e la Transizione digitale. La Basilicata è passata dal 27 al 95%, la Campania dall'1,5 al 53%, il Piemonte dal 50 al 80%.
Nello stesso periodo, la portabilità dei documenti fra le Regioni Pilota è passata dal 14 al 93%, con una contestuale diminuzione degli errori commessi nella fase della migrazione dei dati, scesa dal 5 allo 0,6%.
Potenziamento del FSE
Le linee guida di attuazione prevendono una ampia evoluzione del FSE e dei sistemi integrati con esso, al fine di garantire un punto unico ed esclusivo di accesso per i cittadini ai servizi del Sistema Sanitario Nazionale.
Dal 03 gennaio 2023 sarà possibile accedere al FSE esclusivamente mediante questi sistemi di autenticazione:
- SPID
- Carta d’identità elettronica (CIE)
- Tessera sanitaria/Carta nazionale dei servizi (TS/CNS)
Un Fascicolo 2.0 dunque in costante evoluzione e sempre più ricco, con tutto il suo ecosistema di servizi basati sui dati per la diagnosi e la cura dei propri assistiti da parte dei professionisti sanitari; uno strumento davvero abilitante per un’assistenza più personalizzata sul paziente; uno strumento informativo per tutte le strutture e le istituzioni sanitarie per una analisi dei dati clinici e una migliore erogazione dei servizi sanitari.