La medicina moderna è un campo in costante evoluzione e uno dei progressi più significativi degli ultimi decenni è stato l'introduzione della Medicina di Genere.
La Medicina di Genere studia l’impatto delle differenze tra uomini e donne su frequenza, sintomatologia e gravità delle patologie ma NON è la “medicina delle donne” (o degli uomini), così come NON si occupa solo delle malattie che prevalgono in un sesso o nell’altro o che colpiscono l’apparato riproduttivo.
Come indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la Medicina di Genere approfondisce l’impatto delle differenze biologiche (determinate dal sesso) e degli aspetti socio-economici, psicologici e culturali (determinati dal genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni individuo.
Sesso e genere influiscono sulla condizione del paziente e devono, quindi, essere tenuti in considerazione quando si studia la sua malattia e si cerca una terapia adeguata alla sintomatologia riscontrata.
Il genere come determinante della salute
Introdurre il genere come una “dimensione” interdisciplinare permette di realizzare diagnosi e trattamenti personalizzati che tengono conto delle caratteristiche biologiche del paziente e dei suoi rapporti con il mondo e la società.
Perché preferire un approccio “olistico” a quello comune ad entrambi i sessi? Studi recenti hanno dimostrato che sottovalutare o ignorare il sesso/genere come variabile analitica può causare diagnosi errate o ritardate, portare a prescrizioni inappropriate di farmaci e trattamenti e influire sull’effettività del processo di cura.
Prassi medica: premesse diverse, cure unificate
Uomini e donne hanno un sistema immunitario che risponde in modo differente alle infezioni, hanno un metabolismo diverso, presentano sintomi distinti per alcune patologie e sperimentano reazioni diseguali ai farmaci.
Eppure, a causa di un’un’impostazione androcentrica che ha caratterizzato la medicina fin dai suoi albori, le sperimentazioni su cui si basa la prassi medica sono state condotte quasi esclusivamente su pazienti di sesso maschile, ignorando le differenze biologiche e di genere che possono influire sulla predisposizione alle malattie, la sintomatologia e l'efficacia dei trattamenti.
Le malattie cardiovascolari
Per mostrare un esempio concreto, le malattie cardiovascolari sono la prima causa di mortalità e disabilità nelle donne ma negli ultimi decenni sono state studiate principalmente negli uomini. Gli studi realizzati hanno dimostrato che non solo i fattori di rischio di tali patologie hanno impatti diversi negli uomini e nelle donne, ma che vi sono differenze legate al sesso nella farmacocinetica e nella farmacodinamica, con un'importante rilevanza per i profili di efficacia e di effetti collaterali dei vari farmaci nei due sessi.
Questa prova dovrebbe essere presa in considerazione per lo sviluppo del farmaco e prima di iniziare qualsiasi terapia.
Le patologie cardiache
Vediamo un ulteriore riscontro della necessità della variabile del genere nella medicina.
L'infarto del miocardio, come altre patologie cardiache, può manifestarsi in modo diverso tra i sessi: mentre gli uomini spesso sperimentano dolore al petto come sintomo principale, le donne possono manifestare sintomi meno evidenti, come dolore alle braccia, alla schiena o alla mandibola.
Ciò significa che può essere necessario richiedere dati sanitari diversi per individuare la causa di una patologia di questo tipo, ma anche che diagnosi e terapia possono essere diverse tra uomini e donne. In questo caso specifico, gli uomini possono essere trattati con farmaci che dilatano le arterie coronarie, mentre le donne possono beneficiare di terapie per ridurre il rischio di coaguli.
Farmacologia: l’importanza di un approccio basato sul genere
Nella farmacologia, la farmacocinetica e la farmacodinamica rappresentano due aspetti fondamentali nella valutazione dell'efficacia e della sicurezza dei farmaci. Le differenze di genere influenzano entrambe, rendendo necessario considerare il genere nella ricerca preclinica dei farmaci, così come nella diagnosi e nella terapia dei pazienti.
Ad esempio, le donne tendono ad avere una maggiore percentuale di grasso corporeo rispetto agli uomini, il che può modificare l'assorbimento e la distribuzione di alcuni farmaci; inoltre, le differenze ormonali tra uomini e donne possono influenzare la farmacocinetica dei farmaci metabolizzati dal fegato.
Dal punto di vista della farmacodinamica, invece, alcune ricerche hanno dimostrato che le donne possono avere una maggiore sensibilità ai farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale, come gli ansiolitici o gli antidepressivi.
Colmare il gender gap per garantire a tutti cure migliori
La sottorappresentazione delle donne nella ricerca e nella pratica medica porta ad un approccio "one-size-fits-all” che presenta risultati inadeguati per le pazienti. La Medicina di Genere si propone di colmare questa lacuna, promuovendo l’equità nella ricerca e la pratica clinica, al fine di raggiungere una maggiore precisione diagnostica, terapie più efficaci e una migliore salute per tutte le persone.
L’attenzione al genere è già entrata nella sanità pubblica come scelta strategica di politica sanitaria per affrontare con maggior efficacia tutte quelle malattie comuni a uomini e donne, che presentano importanti differenze tra i due sessi sia nell’incidenza che nella sintomatologia e la risposta ai trattamenti.
La Festa della Donna è un’ottima occasione per ricordare che un approccio al paziente che considera le specificità del suo sesso e genere non è solo consigliabile ma anche necessario per gestire in modo ottimale una malattia e il suo decorso.
Promuovere uguaglianza ed equità tra uomini e donne in materia di salute è, infatti, l’unico modo per garantire l'efficacia e la sicurezza dei farmaci e dei trattamenti per tutte le pazienti e i pazienti, e in CGM, ci piacerebbe che ogni giorno fosse l’8 Marzo!