Non solo ripartenza economica dopo la crisi provocata dall'emergenza sanitaria. Il PNRR ha anche una forte impronta sociale grazie agli investimenti finalizzati a favorire l'inclusione e la coesione, e per rendere più tangibili ed equi i vantaggi che deriveranno dai forti investimenti comunitari.
La missione numero cinque del PNRR
Il Piano messo a punto dall’Italia spazia dalla transizione digitale alla rivoluzione green. Ma tutti questi obiettivi devono portare ad una reale ed equa condivisione dei benefici della crescita, tenendo conto delle peculiarità del tessuto sociale del Paese, favorendone l’integrazione ed evitando di generare nuove disuguaglianze. È proprio questo lo scopo della Missione 5 dedicata all’inclusione e alla coesione sociale che disporrà di una dotazione complessiva di 19,85 miliardi di euro.
Anche grazie alle raccomandazioni della Commissione europea, sono state individuate tre aree d’intervento:
- politiche del lavoro, con una disponibilità di 6,66 mld;
- infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore, per 11,22 mld;
- interventi sociali per la coesione territoriale, per 1,98 mld.
Occupazione e lavoratori
Sono molte le riforme previste per migliorare le politiche attive del lavoro:
- l'istituzione di un programma per la presa in carico dei disoccupati (GOL);
- azioni per favorire la formazione e riqualificazione professionale;
- promozione della parità di genere, anche tramite sostegno all'imprenditoria femminile;
- occupazione giovanile in un'ottica di matching fra scuola, formazione e lavoro.
Famiglie, comunità e terzo settore
Il PNRR mira a rafforzare il ruolo dei servizi sociali territoriali puntando su modelli personalizzati per la cura di famiglie, minori, anziani, fragili, persone senza fissa dimora e lavoratori agricoli esposti al rischio del caporalato. Viene riconosciuto, inoltre, il ruolo dello sport nell'inclusione sociale.
Coesione territoriale
La terza componente nella missione 5 punta a migliorare livelli e qualità dei servizi scolastici, con particolare attenzione alla dispersione. Rientrano anche gli interventi per valorizzare i beni confiscati alle mafie e tutte le azioni per migliorare le infrastrutture nelle Zone economiche speciali istituite al Sud e caratterizzate da una legislazione di vantaggio.
Gli effetti previsti
I tre interventi andranno a impattare su altrettante dimensioni orizzontali del PNRR: divari di genere, giovani e Sud Italia. Consentiranno, infatti, di ridurre il gap nel tasso di occupazione femminile, inferiore di quasi 18 punti rispetto a quello maschile, in quello giovanile pari al 29,2 % nella fascia 15- 24 anni e pari al 14,8 % per 25-34 anni e in quello che si registra al Sud, pari al 44,8 % rispetto al 67,9% al Nord.